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PNRR. È un Piano per giovani?

I giovani sono considerati una priorità strategica e trasversale dal Piano nazionale resilienza e ripartenza. Molte sono le misure che intendono incidere sulle condizioni educative, lavorative e sociali di ragazzi e ragazze. Però non mancano criticità e zone d’ombra.

Ad inizio marzo il Governo ha reso pubblico il documento relativo al potenziale contributo del Piano nazionale di ripresa e resilienza al miglioramento della condizione di ragazze e ragazzi in Italia. Una priorità che il Piano considera strategica e trasversale, insieme alla riduzione dei divari che colpiscono, oltre ai giovani anche donne, persone con disabilità e le aree del sud Italia.

Sono definite priorità trasversali perché tutte le missioni del PNRR hanno al loro interno misure che possono, direttamente o indirettamente, favorire il raggiungimento di pari opportunità generazionali, di genere, sociali e territoriali. È proprio questo aspetto che mette in evidenza una particolare criticità.

Mancando missioni e misure specificatamente indirizzate alla riduzione di questi divari, è impossibile analizzare in modo realistico gli effetti del Piano in tali contesti. Un’evidenza che si aggiunge, in alcuni casi, alla scarsità e alla vaghezza delle informazioni a disposizione.


Il contesto giovanile italiano rispetto al resto del mondo

In Italia ragazzi e ragazze risultano avere accesso a minori opportunità educative e lavorative e sono i più colpiti da condizioni di povertà assoluta. Inoltre, il costante calo demografico ha causato una riduzione del numero di giovani nel nostro paese. Tutti fattori che insieme si traducono in una grave mancanza di mobilità sociale e in un sempre più ampio divario intergenerazionale. A confermare tale situazione sono varie indagini. Considerando l’Indice globale dello sviluppo giovanile (Global Youth Development Index) l’Italia si attesta su un punteggio pari a 0.816 collocandosi nella classifica mondiale al 23° posto e, tra i Paesi dell’Europa-28 al 16° posto. Con performance più critiche negli ambiti dell’istruzione, 36° posto nella classifica mondiale, e dell’occupazione, 46° posto, fino ad arrivare ad una partecipazione politica e civica minima, 125° posto. Ne deriva che, in un Paese in cui la popolazione giovanile è sempre meno numerosa, le criticità che coinvolgono le nuove generazioni sono spesso maggiori rispetto a quelle con cui devono confrontarsi i coetanei di altri stati dell'occidente. Va ricordato che il concetto stesso di gioventù ha subito evoluzioni nel corso del tempo, con uno spostamento sempre più in avanti della fascia di età della popolazione di riferimento. Il termine “giovane” - che descrive un lasso di età che va dai 15 ai 29 anni - designa infatti coloro che non sono più bambini, ma che non sono neppure considerati pienamente adulti dal punto di vista del ruolo e delle responsabilità.

La crisi sanitaria in corso ormai da due anni ha in aggiunta danneggiato questa fascia di popolazione più di altre. Un concetto ribadito anche nel documento appena pubblicato sull’impatto potenziale del PNRR sulla popolazione giovanile. Dal punto di vista dell’istruzione, oltre alle difficoltà di apprendimento poste dalla didattica a distanza, la crisi economica causata dalla pandemia ha impoverito le famiglie, che si trovano oggi ad avere meno risorse da investire nel percorso educativo dei propri figli. E per le ragazze e i ragazzi più grandi, appena entrati nel mercato del lavoro, la crisi economica ha significato un calo dell’occupazione più grave di quello registrato per il resto della popolazione. Altre conseguenze sono quelle poi che hanno colpito l’ambito della socializzazione, dell’accesso alla cultura, della possibilità di praticare sport e via dicendo. La consapevolezza di questi effetti negativi e la preoccupazione che si traducano in danni permanenti per la prossima generazione di cittadini è alla base della decisione di individuare nei giovani una priorità strategica del PNRR.


Lo studio di Openpolis

Come sottolineato in precedenza non c’è nel PNRR una missione appositamente dedicata ai giovani, ma varie misure – appartenenti a diverse missioni – che sono considerate di potenziale impatto. La Fondazione Openpolis, nell'ambito del proprio osservatorio sul PNRR, ha considerato quelle che si presume avranno un impatto "diretto" sui giovani. In questo senso sono state tutte individuate e valutate in base ai loro possibili effetti, diretti o indiretti, su sette indicatori rappresentativi delle condizioni educative, sociali ed economiche della popolazione giovanile. Nel rapporto vengono messi in evidenza gli interventi che potrebbero avere una ricaduta più esplicita. In sostanza viene evidenziato che potenzialmente tutte le missioni del PNRR, tranne la 6 dedicata alla salute, prevedono misure che possono influire sulla condizione giovanile. In particolare, le più incisive sono quelle su istruzione e ricerca (M4), coesione e inclusione (M5), digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo (M1).

Andando a spulciare tra i singoli interventi ci si accorge che sono 21 gli investimenti destinati in modo abbastanza preciso a bambini e giovani, per un ammontare di 21,94 miliardi di euro, di questi 4,2 miliardi sono destinati in modo specifico all'ambito universitario. Quello dell’occupazione è il settore dove sono indirizzate il maggior numero di misure. Si tratta di una cifra che va poco oltre i 21 miliardi.


"In conclusione - sottolinea Openpolis - ai fini di un monitoraggio efficace sarà di fondamentale importanza valutare le variazioni di anno in anno di tutti gli indicatori sui giovani. Per misurare gli effetti concreti sul lungo periodo, di misure e risorse che per ora si riducono solo a stime, perlopiù vaghe."


Alessandro Prandi Pubblicato su Solidea, aprile 2022


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PER APPROFONDIRE



Il portale del Governo dedicato al PNRR


OReP – Osservatorio sul Recovery Plan promosso dal Dipartimento di Economia e Finanza dell’Università di Roma Tor Vergata e da Promo PA Fondazione


Monitoraggio del Sole 24 Ore sullo stato di avanzamento del PNRR


Osservatorio Civico sul PNRR promosso da ActionAid, Cittadinanza Attiva, Legambiente e Slow Food Italia


Il monitoraggio sul PNRR attuato dalla Fondazione Openpolis

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